PREMIATA LA FEDELTÀ ALLE ISTANZE LOCALI
di Antonio Noto
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Pochi exploit, in un contesto generale al ribasso. Il Governance Poll del 2010 fa registrare un sensibile ridimensionamento del consenso nei confronti degli amministratori locali. Il trend è diffuso e politicamente trasversale, con parziali eccezioni in ambito provinciale, dove alcune realtà fortemente connotate in termini di appartenenza forniscono un riscontro stabile. Per il resto il segno meno raggiunge una frequenza, per quantità e qualità, senz’altro significativa. Aldilà dei casi specifici, è evidente come il dato generale rifletta la difficile condizione delle amministrazioni locali in un quadro economico fortemente condizionato dalla crisi e dalla contrazione delle politiche di spesa. Presentati - anche sotto il profilo comunicativo e d’immagine - alla cittadinanza come referenti istituzionali “altri” rispetto al potere centrale, gli amministratori locali sono oggi chiamati a un pericoloso compito di mediazione rispetto a scelte spesso impopolari e difficilmente “tracciabili” nel loro iter decisionale da parte dell’opinione pubblica. Se non nel passaggio ultimo, quello della pesante materializzazione in tagli alle risorse e ai servizi a disposizione della comunità.
La valutazione complessiva, come detto, conosce alcune evidenti eccezioni: il profilo degli amministratori “vincenti” conferma sostanzialmente i requisiti di fedeltà al territorio e alle sue istanze, “a prescindere”, rimane l’elemento determinante nelle dinamiche di formazione del consenso. Al pari dello scorso anno, i cittadini mostrano di preferire quelle figure orientate a scavalcare, all’occorrenza, le normali forme di interlocuzione politica per affermare con immediatezza e garanzia di risposta le ragioni locali. Per esempio, esattamente come il suo predecessore Galanal vertice della classifica dei presidenti di regione nel 2009, il nuovo governatore del Veneto Zaia ha guadagnato il primo posto nella parte alta della graduatoria difendendo gli interessi di un territorio che, piegato in autunno dal maltempo, aveva necessità di ottenere dai palazzi romani risposte immediate sulla soluzione dell’emergenza.
In qualche modo analogo il caso del sindaco di Firenze Renzi, in testa alla classifica dei primi cittadini, bersaglio di un’accesa polemica per la decisione di interloquire con il capo del governo senza filtri nè passaggi formali. Questo, “per il solo interesse della città”. Accanto al ruolo di voce del territorio, di “megafono” delle sue istanze presso le istituzioni centrali, gli italiani mostrano di apprezzare negli amministratori la capacità di sconfinare dall’agenda locale per rivolgersi a una platea più estesa. Con ogni probabilità l’ampliamento dell’audience è considerato funzionale anche all’accrescimento di un’autorevolezza e di un potere di influenza spendibili poi in chiave locale. La centralità nel dibattito politico non deve sottostare a condizioni troppo stringenti, né aderire necessariamente nei contenuti alle posizioni del partito di provenienza. La capacità di svincolarsene e sostenere ragioni diverse è anzi vista spesso come indice di autonomia e determinazione: un segno di indipendenza che, trasposto in chiave locale, suggerisce l’impermeabilità a logiche estranee all’interesse della comunità di cui è espressione.
Essenziale, infine, è la capacità di sintonizzarsi a livello emotivo con la propria popolazione e di tenerla insieme nei momenti più difficili. A differenza del 2009, gli amministratori abruzzesi quest’anno mostrano tendenze divergenti, ma la città de L’Aquila, prima vittima della tragedia del terremoto, consolida e accresce in modo evidente il rapporto di fiducia con il suo sindaco, in un legame nel quale l’emozione non funge più da collante essenziale, sostituito dall’iniziativa della buona amministrazione.
Servizio del TG1 ore 20.00 - 9/1/2010 >>>
Servizio di SkyTG24 ore 23.00 - 10/1/2010 >>>
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