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ultimo aggiornamento: 26 luglio 2012 ore 17.18
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SANITÀ, I TAGLI PEGGIORERANNO I SERVIZI:
LO PENSA IL 67% DEI MERIDIONALI.
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di Antonio Noto |
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(Antonio Noto - CEO IPR Marketing)
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Se i tagli fanno male, al Sud sono ancora più dolorosi. La spending review si è materializzata agli occhi dei cittadini meridionali come un`insostenibile minaccia alle prestazioni sociali essenziali, generando una preoccupazione ancora più accentuata che nel resto del Paese. Infatti se il 57% della popolazione italiana è in allarme per l`effetto della sforbiciata, tra i residenti nel Sud il livello di criticità aumenta fino al 67%, 10 punti in più rispetto alla media nazionale. Non poco.
Il disagio non nasce evidentemente dalle ambizioni di fondo del provvedimento, quanto piuttosto dalle leve utilizzate per condurre in porto le politiche di risanamento. I timori dei cittadini del Sud intervistati da IPR si concentrano soprattutto sul possibile ulteriore peggioramento di un`offerta di servizi già percepita come critica: è il caso in particolare della sanità (il 67% teme un peggioramento dell`offerta contro il 47% della media degli italiani), su cui grava l`incognita della razionalizzazione di costi e strutture.
Ma non solo. A destare preoccupazione tra i residenti nel meridione (65%) è anche il capitolo dei tagli all`organico della pubblica amministrazione. Un fatto, questo, in parte spiegabile con la forte presenza di cittadini del Sud tra le file dei dipendenti dello Stato. Insomma, un amalgama di fattori locali rende difficile da digerire un provvedimento che era nato sotto auspici diversi.
Non erano in molti a immaginare, qualche settimana fa, che la misura presentata dal governo con un anestetico anglicismo sarebbe stata in realtà un intervento sulla carne viva degli italiani. La maggioranza dell`opinione pubblica, anzi, era convinta che la strategia di contenimento della spesa avrebbe rappresentato una sorta di risarcimento ai sacrifici chiesti fino a quel momento al complesso indistinto della cittadinanza. E che le misure restrittive, espressione di una cultura sì tecnocratica, ma anche razionale ed efficientista, sarebbero andate a colpire in proporzione prevalente quella vasta zona grigia del comparto statale fonte di proverbiali sprechi, ritardi, diseconomie. Chiamata, finalmente, a pagare il pedaggio imposto dalle ristrettezze dell`amaro tempo presente.
Sbagliato. Perché il bisturi tecnico è andato a incidere su comparti delicatissimi come quelli della sanità e dell`istruzione. Con tagli che, nella percezione collettiva dei residenti nel Sud, rappresentano l`equivalente di un robusto aumento dell`imposizione fiscale, solo trasferito sul sistema dei servizi al cittadino. Piuttosto che riprodurre le tradizionali divaricazioni, l`intervento sulla pubblica amministrazione in questa circostanza ha generato reazioni impreviste e alleanze fuori dagli schemi: si pensi all`inedita saldatura tra istanze sindacali e confindustriali a livello nazionale, tra elettori del centrodestra e del centrosinistra nel meridione.
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Articolo tratto da Il mattino del 25/07/2012 >>>>
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